I divieti ci salveranno?
Cosa c’è di meglio in una calda giornata d’estate, con il sole che domina l’azzurro e allontana minaccioso le nuvole, di rilassare la mente e le stanche membra distesa ai bordi di una piscina?
Farsi accarezzare dai suoi raggi e dal vento e quando la pelle inizia a bruciare, concedersi un tuffo rinfrescante?
Non è così semplice!
Crogiolata sul lettino come una lucertola vengo raggiunta dal getto d’acqua di un Liquidator. Individuato il proprietario (e dopo averlo mentalmente ringraziato a modo mio), ritorno alla mia occupazione interrotta, il dolce far niente.
La scena si ripete per altre 4/5 volte, fino a quando il bagnino se ne accorge e riprende l’adolescente, intento ad allagare mamma e papà e gli altri fancazzisti nelle immediate vicinanze, ricordandogli che è vietato usare fucili e pistole ad acqua.
Nello stesso momento (casualità? A pensar mal si fa peccato …) anche il padre interviene e ammonisce il pargolo con questa frase: “Smetti, il bagnino ha detto che è vietato!”.
Dopo che il mio apparato uditivo è stato colpito da queste parole, i miei neuroni, cotti dal sole ma ancora in grado di autoorganizzarsi (viva la plasticità della materia grigia!), formulano la seguente riflessione: forse non è vero che oggi i genitori non si prodighino nell’educare i figli solo, l’approccio non è dei migliori.
Non devi schizzare le persone con il Liquidator non perché te lo vieta il bagnino, ma perché dà fastidio. Come è lecito che tu ti diverta con un giocattolo con i tuoi genitori, così rilassarsi senza seccature lo è per gli altri!
E per favore non ditemi che non capisco il mondo dei teenager perché non ho figli.
L’educazione prescinde dall’avere prole. È questione di buonsenso!
© Monica Arianna Zanetti 2014
Quel fucile ad acqua sarebbe dovuto rimanere a casa.
Con tutta la famiglia.